lunedì 27 gennaio 2014

Lo zulu

Girano un sacco di storie che parlano di persone spaventose, il più delle volte, però, il lettore finisce per scoprire che in realtà parlano della percezione di paura di chi queste persone le incontra. Spesso di spaventoso non c'è realmente niente.

La bottega di Smith era come decine di altre botteghe di fabbro sparse per il paese: uno stanzone stretto e profondo, caldo e maleodoroante, nero. L'unica finestra, larga appena due vasi vuoti, era in fondo alla stanza e dava sul cortile interno del palazzone di mattoni, il cortile dove Smith aveva preso a martellate in testa sua moglie per più di un'ora prima che qualcuno si accorgesse di ciò che stava succedendo.
Furono allertate le guardie che arrivarono di corsa e lo trovarono ancora lì, martellata dopo martellata. Della povera signora Smith erano rimaste due lunghe gambe affusolate con dei piedi un po' sovradimensionati chiusi in due scarpe nere e logore, poi c'era il tronco avvolto in un vestito, anch'esso nero. Attaccate al tronco due braccia magre, con due gomiti evidenti, due polsi stretti, due mani usurpate dal tempo. In una mano stringeva ancora un manufatto di legno, qualcosa che a prima vista aveva un aspetto magico, rituale. Sopra al collo non c'era semplicemente più nulla, solo i colpi sordi del signor Smith sulla terra battuta.
Le guardie lo bloccarono, lo presero per le braccia, pronte a trascinarlo in cella, ma egli non oppose alcuna resistenza, li guardò e sorrise.
- È colpa del negro - disse loro in tono pacato e distante e poi li seguì.

La bottega rimase chiusa 5 giorni, il sesto il negro tornò a bussare alla porta di Smith, ma nessuno gli rispose. Il garzone della bottega affianco si affacciò incuriosito dall'insistenza di quel bussare.
- Smith non torna, è inutile che continui a bussare - mentre parlava sentì la paura farsi spazio fra le sue viscere. Un enorme vuoto si stava creando dove poco prima c'erano i suoi organi interni. Il negro si girò.
- Cos'è successo? - domandò l'enorme Zulu al ragazzetto.
- Ha ammazzato la moglie
- Perché?
- Non lo so, ho sentito che mentre le guardie lo portavano via diceva che non era colpa sua
- E la moglie?
- Le ha ridotto la testa in polvere
Un urlo dal retro della bottega del ragazzo lo richiamò al suo lavoro, rientrò immediatamente.

Lo Zulu si avvicinò alla porta da cui poco prima era uscito il giovane. Bussò tre volte.
Garrell, il padrone della bottega, si avvicinò cautamente all'uscio per vedere chi fosse quell'enorme figura che proiettava la sua gigantesca ombra fino dentro la stanza, attraverso la finestra.
Aprì la porta.
- Cerco lavoro - disse lo Zulu
- Ma io ho già un aiutante - replicò prontamente l'ometto
Lo Zulu mise in mano a Garrell una strana statuetta, era un manufatto esotico, di quelli che giravano per le botteghe degli antiquari. Lo guardò fissò negli occhi.
-  Pensaci, tornerò fra sei giorni.

Girano un sacco di storie che parlano di persone spaventose.